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Scatola – Ossessioni da asporto

Scatola – Ossessioni da asporto

con Elio Crifò

The Box Rock Band
Antonio Amante chitarra elettrica e voce
Alessandro Blanco chitarra e chitarra elettrica
Massimo Pino basso e voce
Tindaro Raffaele tastiere e voce
Stefano Sgrò batteria e percussioni
Simona Vita, piano tastiere e voce

Marvan Dance
Domelita Abate, Nives Arena, Rebecca Pianese, Jo Prizzi, Alice Rella, Valentina Sicari

coreografie Mariangela Bonanno, Giorgia Di Giovanni, Alice Rella

musiche Pink Floyd eseguite dal vivo dalla The Box Rock Band

soggetto e regia Valerio Vella

produzione Marvan Dance

 

Nel suo monologo disperato, un uomo perso tra gli spettri del nostro tempo oscilla tra lo sfogo verbale e la danza in cui sei donne animano la rappresentazione della sua coscienza più intima. Le migliori canzoni dei Pink Floyd, eseguite dal vivo, fanno da colonna sonora alla realtà distopica del protagonista. 

Un uomo e la sua visione “apocalittica” del mondo, un’analisi critica disillusa e disincantata, delineata dai paradigmi di un modernismo che fagocita l’essenza primordiale del proprio genere. Protagonista di un monologo “surreale”, “in un atteggiamento di contemplazione della realtà”, si mette a nudo rivelando la paura “del mondo e nel mondo”, abbandonato a un alternarsi puntuale tra il flusso verbale della propria coscienza e lo specchio coreografico, suo riflesso animato.
Liberamente ispirato al celebre film “The Wall” di Alan Parker, lo spettacolo “Scatola” – prodotto dalla Fondazione Taormina Arte per la regia di Valerio Vella – racconta, attraverso la “sperimentazione” dialogica del protagonista con se stesso, il fallimento della modernità (rappresentata dall’immagine della “spazzatura che avvelena il mondo”) e della globalizzazione della società odierna (costituita da “androidi burattini”) abbrutita dal consumismo imperialistico, dall’incomunicabilità e dalla prevaricazione, trasfigurata in una realtà nella quale la follia sembra essere l’unica risposta possibile. “Scatola” è l’emblema di un percorso “a ritroso” tipico del Decadentismo di fine Ottocento, che si traduce nella geometria della televisione (“pitagorica perfezione della forma quadrata” e della “ideale estensione spaziale, il cubo”), capace di “soddisfare” i bisogni dell’uomo, ignaro di trovarsi di fronte al “balcone” di futuri tiranni. Dall’immagine dello specchio che svela il volto dell’uomo di fronte alle sue infinite maschere, tipica della dialettica pirandelliana tra vita e forma, al male di vivere montaliano racchiuso in un lessico tanto ermetico quanto espressivo, all’essenza del Manifesto Futurista di Tommaso Marinetti, il testo è arricchito da riferimenti letterari assemblati in un virtuoso mosaico linguistico che trova la propria ragion d’essere in una scatola-concettuale contenente le opinioni d’innumerevoli autori distanti per periodo, genere culturale e matrice artistica (Betocchi, Pasolini, Philip K. Dick, Pink Floyd…) ma per questo non certo tra loro incompatibili.
Una performance composita nella quale recitazione, danza e musica si mescolano sapientemente dando vita a uno spettacolo di grande effetto che vede l’attore messinese Elio Crifò (l’uomo annichilito dinnanzi ad un opprimente muro di scatole) calato in un monologo profondo e avvincente e sei danzatrici che muovono e danno forma alle angosce del protagonista scandite dalle note dei brani storici dei Pink Floyd riarrangiati per l’occasione ed eseguiti dal vivo dalla “The Box Rock Band”* dalla straordinaria fedeltà al sound originale.
I balletti di modern e contemporaneo sono eseguiti dalla compagnia di danza “Marvan Dance”** diretta da Mariangela Bonanno che, con Alice Rella e Giorgia Di Giovanni, ne firma le coreografie.

 

PHOTOGALLERY

 

Programmazione

Dal 07 gennaio 2023
al 08 gennaio 2023
 

Sabato 7 gennaio 2023, ore 21
Domenica 8 gennaio 2023, ore 17:30

 

Biglietti

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